"Parlami dell'esistenza di mondi lontanissimi..."

"Tyger tyger, burning bright in the forests of the night what immortal hand or eye could frame thy fearful simmetry?"

Le teorie vanno e vengono... ...le rane rimangono!
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20 marzo 2008
Microcosmos
Sulla lama di un coltello, un candito perduto diventa una montagna, un'oasi fertile nel deserto di cemento...e un tocco impercettibile di un'antenna si tramuta in parole bisbigliate...

"Diverso scorre il tempo... Un giorno dura un'ora, una stagione un giorno, una vita una stagione..."
Lelo
| inviato da leochedilorenz il 20/3/2008 alle 18:7 | |
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13 gennaio 2008
Stracci di Notte
" La notte col lungo uso si consuma. Non si consuma in alto, nelle stelle. Si consuma come una veste trascinata in terra, tra gli alberi e i sassi, sino in fondo alle malsane gallerie e alle umide cave. Non c'è angolo dove non penetri un lembo di notte. Le spine la pungono, i freddi la screpolano, il fango la sciupa. E ogni mattina, quando la notte risale, se ne staccano qua e là, a caso, brandelli. Così nascono i Pipistrelli.

Non sono cattivi. Non ci toccano mai. Figli della notte, non odiano che la luce, e sfiorando con i piccoli scialli funebri, cercano candele su cui soffiare. " (Jules Renard)
Un piccolo omaggio ai folletti della Notte
 - litorale laziale - primavera 2007.jpg)
Lelo
| inviato da leochedilorenz il 13/1/2008 alle 20:37 | |
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8 dicembre 2007
Regolo e Fiorrancino
Il fiorrancino e il regolo
Minuscoli gemelli, volano come farfalle fra i rami dell'abete. A volte ne scorgo uno per pochi istanti, nel fitto della siepe, un codino guizzante, un frullo d'ali, una fiammella dorata nel buio delle foglie e poi scompare

Pare sentirli prendermi in giro, le voci flebili e irriverenti
il Fiorrancino: "Son io! il Regolo!" il Regolo: "Ma no, son io!"

E' difficle distinguerli, ma che importa? Entrambi mi regalano un pò della loro minuta bellezza.
Lelo
| inviato da leochedilorenz il 8/12/2007 alle 11:36 | |
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26 novembre 2007
Il Merlo
E' il più umile dei nostri uccelli, indossa tutto l'anno lo stesso vestito, semplice ed elegante come le cose che non passano mai.
Misura l'aiuola a piccoli salti, e scava irrequieto, cercando un papillon per il suo abito da sera, senza però trovarlo mai... ma che dico!? cerca larve ed ingrassa a suon di lombrichi!
Vive con la merla nel giardino dei vicini, hanno il nido nell'edera nodosa, colmo di bocche gialle e imploranti.

Lelo
Per te che guardi i merli con altri occhi (e il merlo guarda te)
| inviato da leochedilorenz il 26/11/2007 alle 23:41 | |
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18 novembre 2007
Le cinciarelle
Le cinciarelle
Sono le acrobate dei boschi, perennemente vestite da carnevale, coi loro colori pastellati.
Perennemente in movimento, sembrano sempre in ritardo, si rincorrono fra i rami, legate insieme dalle loro voci acute che mai si separano.
Non riposano che a sera, quando scopro i due morbidi corpi stretti l'uno all'altro sul ramo nudo del pruno.

Lelo
| inviato da leochedilorenz il 18/11/2007 alle 23:7 | |
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23 settembre 2007
La Gabbia Aperta
Il Fringuello

Il papà ha appena acchiappato col vischio un fringuello, e fresco di cattura, lo porta trionfante al figlioletto.
Il bambino guarda nella gabbietta spoglia, dotata di mangime e acqua e uno stecchetto per far posare l’infelice uccelletto. Il fringuello si agita, freme, sbatte le ali rovinandosi le penne multicolori del capino, lanciando grida furibonde. Quanta energia in un corpo così minuscolo.
-Perché ti agiti tanto fringuello? Cosa ti manca nella gabbia che ti ho preparato? Sei al sicuro da gatti e sparvieri, e quando farà freddo ti porterò dentro casa dove godrai del tepore del camino e di cibo sempre abbondante, e sempre avrò cura di te.
-Sciocco di un uomo, sei così giovane e già così cieco?
Non lo senti nell’aria? Il tempo sta cambiando
Nelle paludi aironi e anatre si radunano a centinaia, sui fili della luce le rondini si sono già schierate, basterà un soffio di vento appena più fresco per farle partire.
È la migrazione…non ci si può fermare; è una chiamata antica quanto il mondo.
Ogni fibra del mio corpo sta urlando “Vola! E vola lontano!”
-Ma tu qui non ne avrai bisogno, di migrare!
-La migrazione è il volo di una promessa, la promessa del ritorno.
Liberami, fammi essere ciò che sono. A primavera tornerò qui, nel tuo giardino, come ogni anno, e non sarà forse più bello rivedermi? Supererò mari e montagne, venti e tempeste, deserti e pianure, per ritornare in questo angolo di mondo, e canterò i colori che ho visto, e le storie che ho vissuto, e i suoni che ho ascoltato in paesi lontani.
Il bambino apre lo sportello, e il fringuello scompare, come punta di freccia, nell’azzurro. La gabbia rimane aperta, vuota...

Ricorda fringuello, hai promesso. Buona fortuna Lelo che sta coi migratori
| inviato da leochedilorenz il 23/9/2007 alle 22:47 | |
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24 agosto 2007
L'albero ed Io
Nodoso come il corpo di un vecchio ne ha viste di stagioni passare fermo piantato affondando le radici nelle viscere della Terra e offrendo germogli al cielo osserva dal basso dall'alto il mondo intorno.
ogni ruga un ricordo ogni foglia un pensiero è innumerevole e singolo insieme
gli chiedo cosa abbia imparato in un tempo infinito lui risponde col sussurro di una canzone di vita

Lelo e l'Albero
| inviato da leochedilorenz il 24/8/2007 alle 14:21 | |
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16 luglio 2007
Lepidoptera
La Farfalla
"Quel biglietto amoroso piegato in due Cerca l' indirizzo di un fiore"

Per le farfalle, perenni innamorate, che ascoltano quel che ho da dire e mute rispondono con un baluginio multicolore come un pensiero
Lelo
| inviato da leochedilorenz il 16/7/2007 alle 21:36 | |
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18 giugno 2007
Il folle volo
Ci fu un tempo in cui il Rondone era un uccello come tanti altri.
Due ali normali, due zampe normali, un canto melodioso come se ne sentono in tutti i campi e boschi della Terra, e un piumaggio multicolore come l’iride del mattino.
Il Rondone però, un giorno decise che avrebbe scoperto i segreti del Cielo e dell’Universo, che il Sole custodiva dall’era del Nulla e del Tutto. Sarebbe volato in alto, sempre più in alto verso la grande stella luminosa, avrebbe rubato i segreti nascosti, e una volta tornato a terra li avrebbe cantati al mondo, per unire una volta per tutte il cielo e la terra.
Ma il Sole, tronfio di orgoglio e geloso dei suoi segreti, quando vide quella minuscola figura puntare dritta verso di lui, sicura come una freccia scoccata, ormai quasi giunta in vista del segreto dell’Universo, lanciò uno dei suoi raggi infuocati, di quelli che spaccano la terra in Agosto, uno di quei raggi di luce che bruciano le stoppie e schizzano impazziti sull’acqua delle pozze e del mare. Così il dardo luminoso colpì il Rondone, primo Icaro, che aveva osato sfidare il Sole, fermando per sempre il suo volo e bruciando il variopinto piumaggio, spezzando le esili zampe e fracassando le fragili ali. Il Rondone, sfinito dal volo e dal colpo impietoso, cadde rovinosamente a terra, senza forze e senza vita.
A nulla servì il cordoglio del popolo alato, che cantò per giorni il suo dolore, implorando il Sole orgoglioso di ridare la vita al compagno perduto.
Fu invece l’Aria, limpida e fresca di primavera, ad esser mossa a compassione da quel canto, pianto senza fine. In gran segreto, soffiò un po’ di Vento nel piccolo corpo carbonizzato, che subito riprese a palpitare come un minuscolo cuore impazzito. Il rondone allora alzò il capo e fissò muto, con grandi occhi neri e limpidi, l’Aria. Il Sole gli aveva tolto anche la voce, perché non rivelasse niente di quel segreto che aveva profanato. L’Aria allora innanzitutto forgiò, con schegge d’ossidiana nerissima e lucida, nuove ali al rondone, e le fece lunghe e forti, della stessa forma che prendono le nuvole quando sono spinte dal vento impetuoso, affilate come lame di coltelli. E prese il suono del Vento quando passa in un canneto palustre, facendone voce per il piccolo uccello. Con i pezzetti carbonizzati del suo vecchio corpo, il Rondone, grato all’Aria, si costruì due zampette di fortuna, che quasi non sostenevano il suo stesso gracile peso.
Infine, lo Zefiro, fido servo della Primavera sollevò e poggiò con cura, nel punto in cui tutti i venti si incrociano, il Rondone ormai completo, che cominciò il suo nuovo volo velocissimo, più veloce di qualunque altra creatura esistente o esistita o partorita dalla fantasia, lanciando il suo richiamo :“Sriiiiiiiiiii sriiiiiiiiiiiiiiiiiiii Sriiiiii!” nell’azzurro del cielo di Marzo.
Così, il Rondone, figlio del Vento, solca i cieli del mondo inseguendo la Primavera; condannato a non poter toccar mai terra neppure per dormire, l’aria è il suo Mondo. Il piumaggio nero carbone ricorda il suo ardire, e durante i voli a velocità folle grida a gran voce a tutti, con la sua unica incomprensibile sillaba, il grande segreto che ha scoperto: “Io vivo!”.

Per chi ascolta i Rondoni e osa volare
Lelo
| inviato da leochedilorenz il 18/6/2007 alle 16:26 | |
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17 giugno 2007
Strane Amicizie
Nel profondo abisso del tempo, quando il mare si popolò di multiformi creature, in una di quelle notti segrete, il ghiozzo incontrò il gamberetto…
Gambero: Chi sei tu, che avanzando nel buio della notte, inciampi sulla mia antenna?
Ghiozzo: Sono il ghiozzo, Crostaceo, e voglio la tua tana. Il mondo fuori s’è fatto troppo pericoloso, predatori ferocissimi pattugliano i fondali, correnti e marosi infieriscono sulle coste, ed io sono troppo piccolo e inerme per vincere questa battaglia. Quindi su, vattene da qui, o lotterò contro di te.
Gambero: Ho visto più volte i repentini cambiamenti di questo mondo, la mia gente è più antica della tua, Pesce, eppure popola ancora i mari, è sopravvissuta ai mostri più grandi e strani, nonostante siamo ciechi e inermi. Ci siamo industriati nel tempo, abbiamo irrobustito le nostre zampe e siamo diventati i minatori del mare, scaviamo le nostre tane nelle viscere del fondale per sfuggire ai pericoli, e viviamo lì, rintanati e al buio…la vita c’è costata la vista… Non ti lascerò la mia tana senza lottare!
Ghiozzo: Gambero, si vede che sei un relitto d’altri tempi… E se io ti proponessi un patto?
Gambero: Che genere di patto?
Ghiozzo: Uniamo le forze…Tu scaverai la tana per entrambi, vivremo insieme come fratelli. E mentre tu ti occuperai di tenere in ordine il nostro rifugio io starò qui fuori, e coi miei grandi occhi controllerò i dintorni, e ti avviserò quando si avvicinerà un predatore o un predone e ci salveremo entrambi. Perdipiù potremo condividere il poco cibo che questo oceano insidioso ci porta con le correnti…
Gambero: Non mi convinci Ghiozzo, chi mi assicura che alla prima Cernia che arriva tu non ti rintanerai in salvo senza avvisarmi, così da ottenere per te solo il cunicolo che io ho scavato? Per sicurezza dovrei comunque vivere sempre nella tana come faccio ora…e che vantaggio ne trarrei? Avrei solo un ospite sgradito…
Ghiozzo: Non sei uno sprovveduto, gambero. Avvicinati, amico mio, e poggia la tua antenna sensibile sul mio corpo guizzante, così staremo sempre in contatto, e dove andrò io andrai tu, e niente ci potrà separare o ferire finchè staremo insieme, e insieme vinceremo la battaglia per la Vita.
Gambero: Bene Pesce! Il patto è stretto dunque, io ti aprirò le porte del mondo dentro e tu a me quelle del mondo intorno, e sia così per noi, per i nostri figli e per i figli dei nostri figli.
Ghiozzo: Affare fatto, Gambero.

Lelo
Per le storie fantastiche che la Terra ci offre Per chi insieme scopre il mondo fuori e quello intorno, entrambi tutti da esplorare
| inviato da leochedilorenz il 17/6/2007 alle 10:30 | |
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23 maggio 2007
Incontri 2
“Non hai mai sentito dire che la bellezza delle cose ama nascondersi?”
Mimetismo : “…è quel fenomeno per cui alcune specie animali hanno evoluto ed esprimono caratteristiche morfologiche e cromatiche che conferiscono loro la capacità di assumere le sembianze di un oggetto o di parti dell’ambiente in cui vivono, soprattutto per ottenere un vantaggio che spesso consiste nella sopravvivenza…”
Dove sei?
Non ve lo dico…
Ma noi siamo curiosi, e vogliamo conoscere tutto…
Non mi importa…Non guardatemi…sono tutto una verruca! Avrete orrore di me, e vorrete schiacciarmi!
Non dire così… il nostro cuore è grande e la nostre menti veloci, non abbiamo orrore di te…anzi…sei splendido, e sciocco è chi non vede la tua bellezza antica…
Parli bene, ma non mi fido…non mi farò vedere… Il mio occhio è allenato, rospo, e non mi inganni, sei lì, ti vedo!

Per chi vede oltre l'apparenza e scopre un mondo bellissimo e vivo Per chi parla coi rospi e continua a baciarli Per la Notte, che regala buio e stelle e lucciole e gli incontri più strani
Lelo _ Notturno
| inviato da il 23/5/2007 alle 21:13 | |
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23 aprile 2007
Incontri
Ieri sera in cucina ho incontrato un vecchio ospite...è da anni che frequenta, silenzioso e discreto come un'ombra, la nostra casa, ma non si faceva vedere da un pò...ho colto l'occasione per un ritratto...e riporto qui una strana conversazione, forse realmente avvenuta...
-ciao! era da tanto che non ti si vedeva! -ciao...sì...ehm...sai...il letargo e tutta quella storia lì...ho avuto da fare... -capisco...beh...come va lassù? -bene grazie -ma non ti gira la testa? non sei stanco di vedere il mondo alla rovescia? non hai mai la curiosità di scendere e di vedere tutto com'è veramente? -ma guarda che sei tu a vedere il mondo al contrario! io qua sto benissimo e vedo tutto com'è davvero... -scherzi? devi essere matto! -veramente, a dire il vero, sei TU che stai parlando da 5 minuti con un geco... -...

| inviato da il 23/4/2007 alle 22:24 | |
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